Il Presidente

 

Aldo Milesi



Il messaggio del Presidente per la tredicesima edizione del Premio

Tredicesima edizione del Premio Roma, continuità e celebrazione di un avvio maturato nell'estate del Duemila nel passaggio epocale tra un secolo e l'altro. Fu, quella iniziale, edizione tra le più rilevanti, poichè individuò nell'esordiente iracheno Younis Tawfik, originario dell'antica Ninive, una delle voci più originali della narrativa contemporanea, e in Giorgio Ruffolo per la sezione saggistica e in Sergio Zavoli per il giornalismo, due tra le figure più rappresentative del panorama culturale nazionale. Il conferimento a Umberto Veronesi, su parere unanime della Giuria, del Premio Internazionale alla Cultura, risultò infine l'impeccabile completamento di una rosa di vincitori di rara qualità.

Da quella data, gemellandosi progressivamente con città estere tra le più illustri e significative, il premio ha incrociato la propria avventura culturale aprendo nuove, suggestive frontiere mondiali a Madrid, Berlino, Parigi, Miami, Atene, Vienna, Buenos Aires e Mosca, ovunque recando il messaggio della Capitale italiana e l'unicità della sua matrice culturale.

La sessione del 2012, gemellata con Londra, ha una triplice valenza: reagire simbolicamente alla crisi in cui versa attualmente l'editoria tradizionale per l'arrivo di strumenti tecnologici d'avanguardia e per la conseguente, graduale perdita di lettori, chiudere un primo, riconoscibile circuito internazionale e legare il proprio nome alla città che ospita la trentesima edizione dei Giochi olimpici moderni. Con questo gemellaggio, il nostro premio passerà la Manica, toccando un territorio che è culla di profonda civiltà e che tante e variabili testimonianze conserva della cultura e della classicità latina cui la Roma e l'Italia di oggi sono impegnate, a ogni livello, con maggiore o minore successo, secondo tempi e accadimenti, a richiamarsi.