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ALBO D'ORO anno 2006
Settima edizione

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Nato a Napoli il 26 settembre 1941 dal padre Vincenzo (noto incisore del cammei e appassionato violinista), ha sempre raccontato di aver provato fin dalla più tenera età l'irresistibile impulso di maneggiare un violino. E quando il padre, finalmente ne trovò uno adatto alle sue piccole mani, Salvatore stupì tutti con la disinvoltura con la quale riproduceva ad orecchio le melodie ascoltate per caso. E aveva solo tre anni.
Poco più grande, si impose in modo impellente la necessità di studi seri e, dopo una serie di insegnanti privati, a otto anni fu ammesso alla scuola napoletana del valente Maestro Luigi D'Ambrosio, subito affascinato dal talento del fanciullo. Due anni dopo il ragazzo si presentava al Conservatorio di S. Pietro a Maiella sostenendo gli esami del compimento inferiore il cui programma viene normalmente svolto in cinque anni.
Accardo continuò così a studiare col D'Ambrosio e, nel 1954, superò il compimento medio con tutti "dieci e lode". Nel giugno del 1956, a quindici anni e con un anticipo di ben cinque anni, consegue il diploma superiore.
Affacciatosi alla ribalta come sommo virtuoso, Salvatore Accardo riscosse le prime affermazioni vincendo il Concorso Internazionale di Vercelli nel 1955, il Concorso Internazionale di Ginevra nel 1956, quello dell'Accademia Chigiana nel 1957 e, dopo il Trofeo Primavera della RAI-TV nel 1958, nello stesso anno vinse anche il prestigiosissimo Concorso Internazionale "Niccolò Paganini" di Genova. Nella serata della premiazione, suonò il famoso "Guarnieri del Gesù" appartenuto allo stesso Paganini, autore a lui particolarmente congeniale per l'ardita tecnica virtuosistica.
Dotato di doti umane e comunicative non indifferenti, il suo repertorio, particolarmente vasto, spazia dal Settecento alle avanguardie storiche e comprende musiche e concerti di Bartok, Bach, Beethoven, Berg, Brahms, Bruch, Paganini, Prokofiev, Saint-Saens, Sibelius, Stravinskij, Ciaikovskj, Tartini, Vivaldi e così via.
A Napoli è promotore e Direttore Artistico dei cicli di concerti "Musica insieme" alla Villa Pignatelli, nel quadro delle "Settimane Internazionali di Musica", manifestazioni che ravvivano la grande tradizione musicale della città. A tutt'oggi, insieme all'altro italiano Uto Ughi, la critica internazionale lo giudica unanimamente uno dei maggiori violinisti viventi. |
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Mia madre, la mia bambina
Einaudi
Tahar Ben Jelloun è nato a Fès, in Marocco, nel 1944; dal 1971o dei pov vive a Parigi. Autore di romanzi, racconti, poesie e drammi, ha ricevuto il premio Goncourt nel 1987; nel 1996 ha vinto il premio Flaiano. Einaudi ha pubblicato: Creatura di sabbia, Notte fatale, Loscrivano, Giorno di silenzio a Tangeri, Le pareti della solitudine, Dove lo stato non c’è, Racconti italiani (con Egi Volterrani), A occhi bassi, Lo specchio delle falene, Il libro del buio, L’hamman, L’amicizia e l’ombra del tradimento, L’albergeri e il volume di poesie Stelle velate. |
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Un giorno perfetto
Rizzoli
Melania G. Mazzucco è nata a Roma nel 1966. È autrice di quattro romanzi: Il bacio della medusa (1996); La camera di Baltus (1998); Lei così amata (Rizzoli 2000), Superpremio Napoli e Superpremio Vittorini; e Vita (Rizzoli 2003, recentemente riproposto nei Tascabili Oro), Premio Strega 2003, 200.000 copie vendute in Italia. Tradotto in 16 paesi, e appena uscito negli Stati Uniti, Vita diventerà presto un film diretto da Paolo Virzì. |
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Il Capitalismo
Newton & Compton
Franco Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all’Università di Roma “La Sapienza”, vincitore del primo concorso bandito in Italia per questa materia, è passato attraverso varie esperienze: da operaio metalmeccanico a diplomatico (OECE, ora OCSE, Parigi); parlamentare indipendente nella Terza Legislatura (1958-1963); fondatore con Nicola Abbagnano di “Quaderni di sociologia”, 1951, e della “Critica sociologica”, 1967; “directeur d’etudes” alla Maison des Sciences de l’Homme, dal 1978. Ha condotto ricerche e seminari presso molte università straniere. È stato insignito del Premio per la carriera dell’Accademia Nazionale dei Lincei il 20 giugno 2001. Fra le sue pubblicazioni più recenti: L’enigma di Alessandro (2000), Il silenzio della parola (2003), La convivenza delle culture (2003). Per la Newton & Compton in questa collana ha pubblicato Guida alla nuova sociologia (2003), Il potere (2004) e La televisione (2005). |
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Da quando, a ventidue anni, ha cominciato a scrivere e a studiare architettura, Paolo Portoghesi, nato a Roma nel 1931, combatte a tutto campo contro l'amnesia che ha dato alla modernità l'illusione di aver azzerato la storia e che rischia, a suo parere, di portarla oggi verso il naufragio nell'irrazionalismo.
Figura anomala, che unisce al talento dello storico e del critico quello dell'architetto creatore, si è scontrato con molti dei protagonisti della cultura architettonica italiana, da Zevi a Benevolo, a Tafuri, sostenendo la necessità di ridare spazio alla tradizione intesa come stimolo all'innovazione nella continuità.
Il metodo storico di Portoghesi", ha scritto Argan, "non consiste nella operazione relativamente facile di trovare Palladio in Aalto o Borromini in Wright, ma nella operazione inversa e più difficile di trovare Aalto in Palladio e Wright in Borromini; ergo nel dimostrare che, dati Palladio e Borromini, non possono non esserci Aalto e Wright e quello che viene dopo fino all'impegno morale, personale dello storico. Si entra così in un ordine di necessità, lo stesso per cui lo storico non può non essere un politico: la poetica non è la premessa, ma la necessità etica dell'impegno sul piano operativo dell'arte."La carriera accademica di Paolo Portoghesi comincia nel 1962 con l'incarico di professore di Letteratura Italiana presso la facoltà di architettura dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", dove si era laureato nel 1957. Dal 1967 al 1977 insegna nella facoltà di architettura del Politecnico di Milano, di cui è preside dal 1968 al 1976. Dal 1995 al 2007 è stato professore di Progettazione presso la facoltà di architettura "Valle Giulia" della "Sapienza", dove oggi è titolare del corso di Geoarchitettura. |
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Originario di Paluzza, Giorgio inizia a praticare lo sci di fondo già in giovane età, così come il fratello Andrea e la sorella Manuela. A 16 anni entra a far parte della nazionale juniores e l'anno seguente entra nel gruppo sportivo dell'Arma dei Carabinieri. La promozione nella squadra nazionale maggiore arriva nel 1995.
I suoi successi più importanti sono l'oro nella staffetta 4 x 10 km e soprattutto l'oro nella 50 km ai XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, che si aggiungono a due bronzi mondiali e un argento olimpico con la staffetta 4x10, all'argento individuale conquistato nella gara ad inseguimento ai Mondiali di sci nordico 2005, e a diverse vittorie ai campionati italiani assoluti. |
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